Io non ho mai smesso di considerarmi più intelligente di tutti e, qualche volta, credetemi, me ne sono sentito un po' imbarazzato.

Monday, March 29, 2010

Cosa leggere:Il cuore nero di Paris Trout

Un bel libro che racconta una storia di razzismo che tutta l'america si porta dentro anche se continua a negarlo.Un libro ben scritto che scorre velocemente e che rapisce il lettore..Bravo a Pete Dexter.

Friday, March 26, 2010

Da vedere : I dipinti del Beato Angelico

Beato Angelico e' un pittore originale da non perdere.
Il dipinto le Tebaidi mostra con dovizia di particolari le vite dei Santi Padri nel deserto presso Tebe.In un paesaggio montagnoso, ai confini con una riva marina popolata di barchette, brulica una serie di personaggi minuti che abitano i romitori dei monaci.
La scena, che si rifà a modelli trecenteschi, è priva di un punto focale preciso e si disarticola in un vibrante microcosmo di dettagli minuti, che invitano l'occhio a soffermarsi da un lato all'altro in cerca di particolari aneddotici e curiosi.
Per l'assenza di valori tipicamente rinascimentali, l'opera viene datata alla fase più giovanile dell'Angelico, la prima in assoluto conosciuta o una comunque tra le primissime, dipinta attorno al 1420, quando l'artista non aveva ancora preso i voti di frate .

Tuesday, March 23, 2010

Per Ridere:Un siciliano e la mafia

Un siciliano, parlando con un amico:
- Sai, ieri sono stato a Milano. Incontro un milanese, parliamo del più e del meno, alla fine mi chiede: "Di dove sei?" E io: "Sicilia." E lui: "Sicilia dove?" E io: "Palermo". E lui: "A Palermo siete tutti mafiosi!" Allora gli dico: "No, mi spiace, guardi che è un luogo comune del tutto infondato." E lui mi ripete: "A Palermo siete tutti mafiosi!" "No" gli dico io "le assicuro di no, si tratta del luogo comune per antonomasia. I mafiosi sono un'esigua minoranza, le assicuro che la maggior parte dei palermitani sono tutti brave e probe persone." Lui insisteva: "Glielo dico io, a Palermo siete tutti mafiosi!!" Non ne potevo più: "Guardi, se ha intenzione di chiudere così la nostra discussione, faccia pure; ma le assicuro che lei è vittima di una visione parziale della realtà, e se vuole..." E lui: "No, glielo dico io, a Palermo siete tutti mafiosi!" Continuava!! MINCHIA! L'HO DOVUTO FARE AMMAZZARE!!!

Friday, March 19, 2010

Dove mangiare : Ciro La Lampara

Un ristorante alla mano per mangiare bene e spendere il giusto.Non perdete gli antipasti ma soprattutto le frittelle che sono una bonta'.Come primo piatto consiglio gli spaghetti alle vongole.Come secondo spigola all'acqua pazza oppure rombo con patate.Come contorni non perdetevi la cicoria ripassata in padella.Buon appetito.
P.S. Prenotate in tempo e' sempre pieno.


La Lampara
Lungo Mare Della Salute, 23, 00054
Fiumicino, Italia Tel.: 06 6523750‎

Tuesday, March 16, 2010

Cosa vedere - Il poeta - Pablo Picasso 1911


Il quadro è dipinto durante l’estate del 1911, nel periodo in cui pablo Picasso lavora a stretto contatto con George Braque nei Pirenei francesi, e segna un momento preciso nello sviluppo del Cubismo analitico presentando un grado di astrazione tale che gli oggetti sono quasi irriconoscibili.Come indica il titolo, qui è la forma umana a essere sezionata e ricomposta. Nonostante l’elusività degli indizi visivi, si distingue al centro una figura piramidale densamente articolata, che, nel cromatismo e nella struttura, si fonde con gli scarsi dettagli del fondo. Picasso rappresenta visioni multiple di ciascun oggetto, come se gli girasse attorno, sintetizzandole in un’immagine composta. La frammentarietà di tale immagine spinge tuttavia a una lettura di tipo astratto, piuttosto che rappresentativo. I diversi volumi visuali della figura e degli oggetti si dissolvono in una composizione non oggettiva di linee, piani, luce e colori. La continuità delle linee nelle diverse visuali compenetranti crea l’illusione di un sistema di piani più vasti, che pure fluttuano in questo spazio indefinito, sebbene ancorati a una precisa struttura. La sobrietà cromatica che caratterizza questo periodo di Picasso e Braque è consona alla natura cerebrale dei problemi essi confrontano.
Tutti sappiamo che l'arte non è la verità . Mi piacerebbe conoscere uno che abbia visto un'opera d'arte naturale . Con l'arte esprimiamo la concezione di ciò che la natura non è . Dal punto di vista dell'arte non ci sono forme concrete o astratte, ma solamente forme, le quali non sono che bugie convincenti
(Pablo Picasso, intervista con Marius De Zayas, 1923)

Un quadro è una somma di distruzioni
(Pablo Picasso, da un articolo su "Cahiers d'Art", 1935)

Se dipingete, chiudete gli occhi e cantate.

Monday, March 15, 2010

Il film - Crazy Heart

Per chi ama la musica Country e le grandi praterie del texas non deve perdere questo film.Buoni sentimenti e problemi di alcolismo innaffiano la trama del cantante perdente....

Saturday, March 13, 2010

Il Film- Shutter Island



















Un bel Film.Molto psicologico e con finale a sorpresa che lascia lo spettatore un po' perplesso.Tratto dal romanzo omonimo di Dennis Lehane.La storia prende il via negli anni 50 in un manicomio criminale confinato su di un'isola, dove una detenuta sembra evasa misteriosamente.....«È preferibile vivere da mostro o morire da uomo perbene?» in queste parole di Teddy (Leonardo Di Caprio) c'è il senso dell'ultima sequenza di Shutter Island.

Dove mangiare - Dal Cordaro, la trattoria a Porta Portese

Un locale caratteristico che si trova a porta Portese proprio a due passi degli archi.
Vi consiglio i primi piatti tipici come gli spaghetti all’amatriciana, alla carbonara, cacio e pepe, le minestre e gli involtini.Ho mangiato anche una buonissima trippa.Non dimenticate i dolci ed in particolare la cassata siciliana.La cena costa mediamente sui 25 -30 euro.


Trattoria Dal Cordaro
Piazzale Portuense 4
Telefono: 065836751

Friday, March 12, 2010

La poesia - Il nemico - Charles Baudelaire

La mia giovinezza non fu che una oscura tempesta,

traversata qua e là da soli risplendenti;

tuono e pioggia l'hanno talmente devastata

che non rimane nel mio giardino altro che qualche fiore vermiglio.

Ecco, ho toccato ormai l'autunno delle idee,

è ora di ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo le terre inondate

in cui l'acqua ha aperto buchi larghi come tombe.

E chissà se i fiori nuovi che vado sognando troveranno,

in un terreno lavato come un greto, il mistico alimento cui attingere forza...

O dolore,o dolore,

il Tempo si mangia la vita e l'oscuro Nemico

che ci divora il cuore, cresce e si fortifica del sangue che perdiamo.

Wednesday, March 10, 2010

Il giovane poeta...nel cimitero degli Inglesi a Roma


Qui giace colui il cui nome e' stato scritto nell'acqua.

(Londra 31 ottobre 1795 - Roma 24 Febbraio 1821)

Monday, March 8, 2010

Cosa leggere:Meridiano di sangue - C.McCarthy

Il tema centrale del romanzo è il male in ogni sua sfaccettatura, lo si trova in ogni angolo, tra le alte e basse montagne, nei villaggi sterminati dagli indiani, nelle carcasse degli animali morti.


"Eccolo, il ragazzino. E' pallido e magro, indossa una camicia di lino lisa e sbrindellata. Attizza il fuoco nel retrocucina. Fuori si stendono campi arati, scuri e cosparsi di chiazze di neve, e poi boschi piú scuri che celano ancora i pochi lupi rimasti. I suoi sono noti come taglialegna e venditori d'acqua, ma in realtà suo padre era maestro di scuola. Sdraiato, ubriaco, cita versi di poeti i cui nomi sono ormai andati perduti. Il ragazzo si rannicchia accanto al fuoco e lo guarda..."

Friday, March 5, 2010

Cosa Leggere- Il naso


Nel mondo non c'e' nulla di duraturo e percio' anche la gioia, nel minuto susseguente il primo non e' piu' cosi' viva.Al terzo minuto diventa ancora piu' debole e alla fine si confonde con lo stato d'animo abituale.Come un cerchio nato dalla caduta di un sassolino nell'acqua si confonde alla fine con la superficie liscia.




Tratto dal Libro il Naso di Gogol

Wednesday, March 3, 2010

Cosa leggere - Il Respiro - Thomas Bernhard




















Il respiro, di Thomas Bernhard, inizia dall’ospedale in cui il diciassettenne é ricoverato. In stato di semicoscienza, stipato in uno stanzone assieme a centinaia di altri pazienti moribondi o già morti, Thomas Bernhard decide di non lasciarsi sopraffare dalla disperazione e di attaccarsi alla sua implacabile volontà di vivere per non soccombere alla malattia. Le sue condizioni però non lasciano presagire alcuna speranza. La descrizione del “trapassatoio”, come Bernhard definisce la stanza in cui si trova a giacere, é raccapriciante e precisa al tempo stesso.



Mi trovo nella stanza da bagno. So quel che significa. Ogni mezz’ora entra una suora, solleva la mia mano e la lascia ricadere, si può supporre che faccia la stessa cosa con una mano nel letto davanti al mio che già si trova nella stanza da bagno da più tempo del mio. Gli intervalli tra un’entrata e l’altra della suora si fanno più brevi. A un certo punto entrano alcuni uomini vestiti di grigio con una bara di zinco ermeticamente chiusa, scoperchiano la bara e vi depositano dentro una persona nuda.”



E’ in questo preciso momento che la vita di Thomas Bernhard prende la piega decisiva.



Volevo vivere, tutto il resto non aveva importanza. Vivere, vivere la mia vita, viverla come e fino a quando mi pare e piace. Senza essere un giuramento, questo fu ciò che si propose il ragazzo quando ormai era dato per spacciato nell’attimo in cui l’altro, l’uomo davanti a lui, aveva smesso di respirare. Quella notte, nell’attimo decisivo, tra le due possibili strade io avevo deciso la strada della vita [...] Non avevo voluto smettere di respirare come l’altro davanti a me, avevo voluto continuare a respirare e continuare a vivere.

Proprio nell’istante in cui la malattia sembra recedere una volta per tutte, i medici dell’ospedale prendono la sciagurata decisione di trasferirlo dal “trapassatoio” al Hotel Votterl, un convalesceziario per persone affette da malattie dell’apparato respiratorio, come indica la dizione medica: in realtà si tratta di un edificio riservato ai tisici, allora pressoché incurabili, dove Bernhard contrae la malattia della sua vita, quella che lo accompagnerà per i successivi quarant’anni fino alla morte, ovvero la tubercolosi. Al culmine della disperazione Bernhard trova l’appiglio a cui sostenersi: incitato da un “compagno di malattia” riempie le lunghe e monotone giornate al Votterl leggendo i grandi filosofi del passato, in particolare Pascal, Montaigne e Schopenhauer. In questo modo ripercorre le orme del nonno defunto, anch’egli avido lettore di opere filosofiche e filosofo lui stesso.