Io non ho mai smesso di considerarmi più intelligente di tutti e, qualche volta, credetemi, me ne sono sentito un po' imbarazzato.

Friday, June 11, 2021

In ricordo del giornalista, professor Henny Romanin

 Lo chiamavamo Henny. È quel tu confidenziale che usi impropriamente da studente per riferirti a un insegnante con cui si instaura un rapporto differente. Chiamarlo per cognome lo avrebbe introdotto, infatti, in una categoria diversa, quasi distaccata. “Chi hai di matematica? Bianchi. Di fisica? La Rossi. E di italiano? Henny”. In un dialogo immaginario sul corpo docente è certo che i suoi alunni avrebbero risposto così.
Su questo piano di empatia, noi, allievi del liceo scientifico “Jucci” a metà degli anni Novanta, abbiamo il difficile compito di ricordare un insegnante eclettico, faticosamente inquadrabile in uno schema descrittivo che risulterebbe comunque insufficiente per raccogliere tutti i lati della personalità e della cultura di Henny.
Oggi siamo indietro con lo sguardo per pensare. In questo 2021 ricorrono, infatti, i ventitre' anni dalla sua scomparsa.Il caso o il destino, anche qui secondo mutevoli categorie di riferimento, vogliono queste ricorrenze. Noi preferiamo la seconda. Rapidi scorrono i ricordi di un insegnante che ha saputo trasmetterci il senso di una didattica diversa, una didattica altra, probabilmente rappresentazione plastica di un’indole tesa al dialogo e che coniugava il sapere alla comprensione, l’insegnamento alla tolleranza, senza sminuire il ruolo e i doveri del docente e senza dare spazio a un facile giovanilismo.
Ricordando ci si rende conto di quanto non si sia approfittato della conoscenza di un uomo che raggiungeva rare linee di vetta culturali nella letteratura italiana e nella lingua latina. In quegli anni avevamo un’attenuante generica data dall’età ma fortunatamente gli anni che si sommano portano a rielaborare tutto. E ad apprezzare ciò che fu.
Henny è stato anche un giornalista impegnato su più strumenti di informazione. Oggi si direbbe crossmediale: la radio, i quotidiani e i periodici, anche qui a dimostrazione del suo eclettismo e della sua peculiarità nell’affrontare la comunicazione e l’analisi di fatti. Chissà cosa Henny avrebbe pensato dei social e dell’uso che ne fanno gli studenti.
Credo che ciascuno dei studenti, maturità 1996 del liceo “Jucci”, vorrebbe tornare in aula, anche per una sola ora, per ascoltarlo e lo si capisce dalle loro parole. “Avevo appena terminato gli esami di maturità. Non avevo svolto una grande prova di italiano - ricorda Andrea Botta - Ne ero consapevole ed ero agitato per gli orali. Henny lo capì e la sera prima della prova si presentò sotto casa mia, facemmo un giro in macchina e con la sua autorevolezza e gentilezza mi incoraggiò. Porterò sempre nel cuore quel gesto che fu di un amico che crede in te”. “I ricordi delle giornate trascorse tra i banchi di scuola sono tra i più belli e vivi - aggiunge Roberta Provaroni - Quando torno a quei momenti c’è sempre la figura di Henny, un uomo onesto, colto e profondamente dedito al suo lavoro. Ricordo le sue citazioni latine, la sua Petrella e, con commozione, il suo sguardo gentile e colmo di speranze per ognuno di noi, i suoi ragazzi”. “Era oltre il semplice prof. Era l’amico che tutti avrebbero voluto avere”, conclude Francesco Di Pietro.
Ricordiamo un insegnante, ricordiamo l’uomo. Ringraziamo i suoi figli per l’opportunità che ci hanno dato e che chiameremo privilegio.
 

by Daniele Scopigno


Sono passati ventitre' anni, e sembra ieri. È  trascorso il tempo dell’assenza, la vita quotidiana in famiglia, nella scuola, in paese, nelle redazioni dei giornali è proseguita senza di lui, altri hanno raccolto il testimone. Ma la memoria di Henny Romanin  rimane integra e si rivela un’eredità feconda.
Ha seminato bene, ha tracciato un solco diritto e profondo quest’uomo morto troppo presto, capace di combattere la sua buona battaglia senza mai perdere la propria fede adamantina e sincera. Henny Romanin è stato un credente autentico, un buon cristiano impegnato secondo lo spirito rinnovatore degli anni del Concilio Vaticano II. La matrice della sua religiosità schietta, ben radicata nella tradizione ma aperta e sensibile verso nuove mete e nuovi orizzonti si è compiutamente espressa nella scelta della vita professionale, dedicata con competenza e passione alla sana crescita delle nuove generazioni. Raffinato poeta, appassionato cantore di un tempo destinato a trascorrere rapido e inarrestabile, stravolto dalle insidie della modernità, nelle sue liriche attraversate da una sottile vena elegiaca ha saputo esprimere sentimenti universali, ispirati dal piccolo mondo antico a cui è appartenuto con la spiccata, orgogliosa consapevolezza della propria identità, affermata attraverso la lucida ricerca storica e storiografica condotta attraverso la scrupolosa analisi delle fonti documentarie. Questo è il lascito prezioso di Henny Romanin, custodito gelosamente dai familiari, dagli amici, dai colleghi, dai compaesani, dagli amatissimi alunni, dai tanti che lo hanno conosciuto ed apprezzato, che gli hanno voluto bene.
 

by Ileana Tozzi

 

 

 

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