Io non ho mai smesso di considerarmi più intelligente di tutti e, qualche volta, credetemi, me ne sono sentito un po' imbarazzato.

Friday, December 3, 2010

La Fisiognomica



La fisiognomica o fisiognomonica o fisiognomia o fisiognomonia è una disciplina pseudoscientifica che pretende di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto. Il termine deriva dalle parole greche physis (natura) e gnosis (conoscenza). Fin dal XVI secolo questa disciplina godette di una certa considerazione tanto da essere insegnata nelle università. La parola fisionomia è collegata a questi concetti ma in seguito venne usata fra gli studiosi la parola fisiognomica per distinguerla dall'idea di fisionomia.

Tutto il sapere umano si basa infatti sulla fisio-gnomica derivata dalla fisio-nomia esteticadella realtà. Ovvero sia dal dedurre, attraverso i sensi e l'osservazione morfo-genetica della natura, la sua intrinseca legge del divenire in atto. ...more

Come stiamo seduti
Dal modo in cui una persona si siede su una sedia o su una poltrona si possono riconoscere alcune sue caratteristiche psicologiche. Allora, se vogliamo avere elementi supplementari per inquadrare una persona, cominciamo a fare un po’ più di attenzione al modo in cui sta seduto. Se, ad esempio, una persona si siede sul bordo della sedia, o possiede delle riserve ad essere lì dove si trova, o altrimenti è un tipo impaziente, affrettato nelle sue conclusioni e soggetto a frequenti sbalzi d’umore. Chi cambia continuamente posizione non può che essere un inquieto, o comunque, almeno in quella specifica situazione, sta avvertendo un senso di disagio. Chi sedendosi occupa invece tutta la sedia o la poltrona, vuole fare impressione, mentre in realtà è un insicuro e tendenzialmente poco intraprendente. Cerca un appoggio che non ha ancora trovato. Chi siede in posizione eretta, senza appoggiarsi sui gomiti, rivela invece grande energia, sicurezza e coscienza del proprio valore (magari un po’ eccessiva). Chi incrocia le braccia dietro la testa o sprofonda nello schienale della poltrona manifesta presunzione o comunque noia nei confronti della situazione o dell’interlocutore. Chi appoggia i gomiti sulle ginocchia, piegandosi su se stesso rivela necessita di contatto verso chi parla, o comunque un non spiccato senso di autonomia psichica, in altre parole è un tenerone, bisognoso di essere accudito, e soprattutto molto sensibile alle critiche e al sarcasmo. Chi muove freneticamente le gambe o i talloni, non sta ascoltando realmente, è troppo preso ad inserirsi nel discorso, e in senso lato, è una persona troppo spesso impegnata a dire la sua e quindi, raramente capace di ascoltare i pareri e le esigenze di chi gli sta vicino. Incrociare le gambe quando si è seduti rivela un momentaneo stato di tensione e di nervosismo che si scarica tramite l’allungamento dei muscoli delle cosce.
La pettinatura e la barba
La psicologia moderna è in grado di svelare le peculiarità del carattere nascoste dietro la pettinatura di un uomo o di una donna. La pettinatura arruffata, ad esempio, viene ritenuta sintomo di una certa confusione d’idee, quantomeno di mancanza di chiarezza. La pettinatura stravagante denota il desiderio di farsi notare a tutti i costi tipico di chi si sente in qualche modo “invisibile” agli altri. La pettinatura a spazzola per un uomo significa che il processo di attaccamento alla madre non è stato del tutto superato. Questo individuo manifesta nei confronti del mondo esterno un comportamento testardo, ostinato. I capelli pettinati all’indietro sono tipici di un uomo o di una donna intelligente oltre la media. La pettinatura in questo caso lascia scoperta una fronte dietro la quale fervono molti pensieri. Questa persona gioca a carte scoperte, sia nella professione che nei sentimenti. I capelli pazzi in un uomo maturo indicano un temperamento da “genio”, ma anche sregolatezza e giovinezza d’animo. La riga: non solo serve a tenere in ordine i capelli, ma sta ad indicare un vero e proprio atteggiamento nei confronti della vita, che si può dedurre dal modo in cui viene tracciata. Riga a destra: gusto dell’ordine, della discrezione, desiderio di anonimato. Riga in mezzo: testardaggine, profonde capacità intellettuali, carattere chiuso e a volte preoccupato di rimanere inosservato. La riga a sinistra segnala invece un carattere retto, leale, fiducioso negli altri, anche se testardo nelle proprie decisioni, e, a volte, facilmente suggestionabile.
Passiamo ora all’analisi della barba. Per lo studioso di fisiognomica il barbuto è sempre qualcuno che ha qualcosa da nascondere. Ma volendo andare più nel dettaglio possiamo dire che chi porta il pizzetto è dotato di uno spirito sottile e determinato, anche se rischia di essere troppo suscettibile e, in qualche occasione, non troppo leale. La barba folta è considerata dalle donne simbolo di potenza virile. L’uomo consciamente o inconsciamente ne è cosciente; e quindi chi porta una barba folta mira a dare un chiaro segnale(non sempre corrispondente alla realtà) di una sua tale potenza. La barba particolarmente abbondante può denotare invece un eccesso di sensualità e di libido; l’uomo che la porta può essere un amante instancabile e non certo poco fantasioso. La barba povera o inesistente può indicare un temperamento debole, femminile, emotivo, che può però accompagnarsi ad una buona dose di cinismo ed egoismo.

Toccarsi il mento
Noi tutti ci tocchiamo ogni tanto il viso durante una conversazione, ma il numero delle volte in cui queste azioni vengono effettuate aumenta in maniera notevolissima quando si tenta di ingannare. Fra gli “autocontatti” preferiti dai mentitori troviamo: sfregarsi il mento, grattarsi un sopracciglio, toccarsi il naso, accomodarsi i capelli, coprirsi la bocca. In particolare due di queste azioni diventano frequentissime: toccarsi il naso e coprirsi la bocca. L’atto di coprirsi la bocca è piuttosto facile da interpretare: da essa stanno uscendo parole menzognere e il soggetto inconsciamente alza la mano, quasi volesse usarla come un bavaglio. Ecco, dunque, le dita a ventaglio sulle labbra, l’indice sul labbro superiore, la mano di fianco alla bocca. Ma occorre precisare che, se vediamo qualcuno effettuare questa copertura della bocca, ciò non significa che stia sicuramente mentendo. Che lo faccia è però più probabile che se tenesse le mani lontane dalla bocca. Quanto all’azione di toccarsi il naso, invece, sembra esserci una duplice spiegazione. Innanzi tutto, la mano che si alza per bloccare la menzogna viene deviata da quella parte del cervello che non può permettere che la copertura funzioni. E il naso è lì, convenientemente vicino. La mano non ha che da allungare di poco il suo movimento e continua così a coprire in parte anche la bocca. Non solo, quando arriva il momento della menzogna, si verifica un lieve aumento di tensione, che produce piccoli mutamenti fisiologici, alcuni dei quali incidono sulla sensibilità del rivestimento interno della cavità nasale, provocando una sensazione di leggero e inconsapevole prurito . A questo punto la mano, spesso senza che ce ne accorgiamo va a sfregare il naso.

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