E’ un’ipotesi sicuramente interessante quella pubblicata qualche anno fa dal Daily Mail, che nasce da una ricerca scientifica eseguita dal Prof. Ralph Pudritz , docente della McMaster University di Hamilton nell’Ontario.Dopo aver ormai individuato le sostanze chimiche che sono alla base del DNA umano, i ricercatori starebbero ora valutando la probabilità che le stesse sostanze possano essere presenti in tutto il cosmo e costituire il fondamento della vita “universale”. In poche parole si ipotizzerebbe la presenza di un unico codice genetico primario che potrebbe aver generato la vita anche altrove ed essere stato trasportato sugli altri pianeti all’interno dei meteoriti.Queste sostanze molto semplici, non avendo un gran bisogno di calore e di pressione come succede per altri acidi complessi, potrebbero tranquillamente sopravvivere anche in ambienti totalmente ostili quali ad esempio un pianeta privo di atmosfera o addirittura nello spazio profondo. Se così fosse, tutto ciò che rappresenta la vita sul nostro pianeta e potenzialmente nel resto dell’universo potrebbe derivare da un DNA unico o perlomeno molto simile.Questo non vuol dire necessariamente che l’uomo e gli alieni siano uguali, perché avere un DNA simile non significa possedere lo stesso aspetto. Ad esempio, se prendessimo in considerazione il DNA di una zucca, ci accorgeremmo che per l’80% risulterebbe molto simile a quello umano senza avere, evidentemente, il medesimo aspetto dell’uomo. La stessa cosa avviene anche tra esseri della stessa specie: se ci recassimo ad esempio in uno zoo, ci accorgeremmo delle evidenti diversità fisiche tra le specie animali che hanno tutte un DNA simile ma sicuramente un aspetto differenziato.
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