Per Epicuro l’atarassia* è l’unica vera felicità. E come possiamo raggiungerla?
Non attraverso l’armonia dell’anima di Platone, né la realizzazione della ragione di Aristotele, ma semplicemente attraverso l’eliminazione dell’inquietudine o dell’ansia.
Se Epicuro vi stesse parlando in questo momento, vi incalzerebbe a semplificare la vostra vita. Ecco come potrebbe proporre la cosa se oggi fosse qui tra noi.
"Ragazzi, i vostri bisogni sono pochi, possono essere soddisfatti facilmente e qualsiasi sofferenza necessaria può essere facilmente tollerata.
Non complicatevi la vita con obiettivi volgari come le ricchezze e la fama: sono nemici dell’atarassia.
La fama, per esempio, è determinata dalle opinioni degli altri e ci costringe a vivere la nostra vita secondo i desideri altrui.
Per raggiungere e conservare la fama deve piacerci quel che piace agli altri e dobbiamo evitare tutto quello che gli altri evitano.
Quindi, rifuggite da una vita di fama o nella politica.
E la ricchezza? Evitatela!
È una trappola. Più acquisiamo, più desideriamo acquisire, e più profonda sarà la nostra tristezza quando la nostra brama non sarà soddisfatta.
Ragazzi, ascoltatemi: se desiderate davvero la felicità, non sprecate la vita lottando per quello di cui non avete realmente bisogno."
*L’atarassia (letteralmente, dal greco antico, ἀταραξία, “assenza di agitazione”, “tranquillità”) è un termine filosofico, già usato da Democrito, ma adottato principalmente dalle scuole post-aristoteliche stoica, epicurea e scettica per designare «la perfetta pace dell'anima che nasce dalla liberazione dalle passioni», nel più ampio contesto della filosofia morale (etica) legata alla ricerca della felicità.
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