Wednesday, December 29, 2010
Friday, December 24, 2010
Wednesday, December 22, 2010
The first Noel
The First Noel, the Angels did say
Was to certain poor shepherds in fields as they lay
In fields where they lay keeping their sheep
On a cold winter's night that was so deep.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!
They looked up and saw a star
Shining in the East beyond them far
And to the earth it gave great light
And so it continued both day and night.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!
And by the light of that same star
Three Wise men came from country far
To seek for a King was their intent
And to follow the star wherever it went.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!
This star drew nigh to the northwest
O'er Bethlehem it took its rest
And there it did both Pause and stay
Right o'er the place where Jesus lay.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!
Then entered in those Wise men three
Full reverently upon their knee
And offered there in His presence
Their gold and myrrh and frankincense.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!
Then let us all with one accord
Sing praises to our heavenly Lord
That hath made Heaven and earth of nought
And with his blood mankind has bought.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!
The first noel e' un tradizionale canto natalizio inglese...more
Saturday, December 18, 2010
Handel Feast - Auditorium parco della musica
Friday, December 17, 2010
Rembrandt - Lezione di Anatomia del Signor Tulp
Thursday, December 16, 2010
Dolce di natale - La Copeta o Nociata.
La "Copeta" o Nociata ĆØ di forma romboidale, presenta un colore variegato, ĆØ di sapore molto dolce. Va consumata fresca. La preparazione ĆØ a base di miele, noci e nocciole. Si versa il miele in una casseruola e si pone a fuoco basso finchĆ© non assume un colore rossastro; si aggiungono le noci mondate e tritate finemente e si continua a cuocere per circa un quarto d'ora. Il composto viene tolto dal fuoco e versato sulla spianatoia o sulla tavola di marmo bagnata, steso con il mattarello bagnato fino ad uno spessore di mezzo centimetro e tagliato poi a rombi, ognuno dei quali verrĆ posto tra due foglie di alloro. Si consiglia di far riposare la preparazione per qualche giorno prima di consumarla....more...more..more...English version
Sunday, December 12, 2010
Tuesday, December 7, 2010
Friday, December 3, 2010
La Fisiognomica
Tutto il sapere umano si basa infatti sulla fisio-gnomica derivata dalla fisio-nomia esteticadella realtĆ . Ovvero sia dal dedurre, attraverso i sensi e l'osservazione morfo-genetica della natura, la sua intrinseca legge del divenire in atto. ...more
Dal modo in cui una persona si siede su una sedia o su una poltrona si possono riconoscere alcune sue caratteristiche psicologiche. Allora, se vogliamo avere elementi supplementari per inquadrare una persona, cominciamo a fare un po’ piĆ¹ di attenzione al modo in cui sta seduto. Se, ad esempio, una persona si siede sul bordo della sedia, o possiede delle riserve ad essere lƬ dove si trova, o altrimenti ĆØ un tipo impaziente, affrettato nelle sue conclusioni e soggetto a frequenti sbalzi d’umore. Chi cambia continuamente posizione non puĆ² che essere un inquieto, o comunque, almeno in quella specifica situazione, sta avvertendo un senso di disagio. Chi sedendosi occupa invece tutta la sedia o la poltrona, vuole fare impressione, mentre in realtĆ ĆØ un insicuro e tendenzialmente poco intraprendente. Cerca un appoggio che non ha ancora trovato. Chi siede in posizione eretta, senza appoggiarsi sui gomiti, rivela invece grande energia, sicurezza e coscienza del proprio valore (magari un po’ eccessiva). Chi incrocia le braccia dietro la testa o sprofonda nello schienale della poltrona manifesta presunzione o comunque noia nei confronti della situazione o dell’interlocutore. Chi appoggia i gomiti sulle ginocchia, piegandosi su se stesso rivela necessita di contatto verso chi parla, o comunque un non spiccato senso di autonomia psichica, in altre parole ĆØ un tenerone, bisognoso di essere accudito, e soprattutto molto sensibile alle critiche e al sarcasmo. Chi muove freneticamente le gambe o i talloni, non sta ascoltando realmente, ĆØ troppo preso ad inserirsi nel discorso, e in senso lato, ĆØ una persona troppo spesso impegnata a dire la sua e quindi, raramente capace di ascoltare i pareri e le esigenze di chi gli sta vicino. Incrociare le gambe quando si ĆØ seduti rivela un momentaneo stato di tensione e di nervosismo che si scarica tramite l’allungamento dei muscoli delle cosce.
La psicologia moderna ĆØ in grado di svelare le peculiaritĆ del carattere nascoste dietro la pettinatura di un uomo o di una donna. La pettinatura arruffata, ad esempio, viene ritenuta sintomo di una certa confusione d’idee, quantomeno di mancanza di chiarezza. La pettinatura stravagante denota il desiderio di farsi notare a tutti i costi tipico di chi si sente in qualche modo “invisibile” agli altri. La pettinatura a spazzola per un uomo significa che il processo di attaccamento alla madre non ĆØ stato del tutto superato. Questo individuo manifesta nei confronti del mondo esterno un comportamento testardo, ostinato. I capelli pettinati all’indietro sono tipici di un uomo o di una donna intelligente oltre la media. La pettinatura in questo caso lascia scoperta una fronte dietro la quale fervono molti pensieri. Questa persona gioca a carte scoperte, sia nella professione che nei sentimenti. I capelli pazzi in un uomo maturo indicano un temperamento da “genio”, ma anche sregolatezza e giovinezza d’animo. La riga: non solo serve a tenere in ordine i capelli, ma sta ad indicare un vero e proprio atteggiamento nei confronti della vita, che si puĆ² dedurre dal modo in cui viene tracciata. Riga a destra: gusto dell’ordine, della discrezione, desiderio di anonimato. Riga in mezzo: testardaggine, profonde capacitĆ intellettuali, carattere chiuso e a volte preoccupato di rimanere inosservato. La riga a sinistra segnala invece un carattere retto, leale, fiducioso negli altri, anche se testardo nelle proprie decisioni, e, a volte, facilmente suggestionabile.
Passiamo ora all’analisi della barba. Per lo studioso di fisiognomica il barbuto ĆØ sempre qualcuno che ha qualcosa da nascondere. Ma volendo andare piĆ¹ nel dettaglio possiamo dire che chi porta il pizzetto ĆØ dotato di uno spirito sottile e determinato, anche se rischia di essere troppo suscettibile e, in qualche occasione, non troppo leale. La barba folta ĆØ considerata dalle donne simbolo di potenza virile. L’uomo consciamente o inconsciamente ne ĆØ cosciente; e quindi chi porta una barba folta mira a dare un chiaro segnale(non sempre corrispondente alla realtĆ ) di una sua tale potenza. La barba particolarmente abbondante puĆ² denotare invece un eccesso di sensualitĆ e di libido; l’uomo che la porta puĆ² essere un amante instancabile e non certo poco fantasioso. La barba povera o inesistente puĆ² indicare un temperamento debole, femminile, emotivo, che puĆ² perĆ² accompagnarsi ad una buona dose di cinismo ed egoismo.
Toccarsi il mento
Noi tutti ci tocchiamo ogni tanto il viso durante una conversazione, ma il numero delle volte in cui queste azioni vengono effettuate aumenta in maniera notevolissima quando si tenta di ingannare. Fra gli “autocontatti” preferiti dai mentitori troviamo: sfregarsi il mento, grattarsi un sopracciglio, toccarsi il naso, accomodarsi i capelli, coprirsi la bocca. In particolare due di queste azioni diventano frequentissime: toccarsi il naso e coprirsi la bocca. L’atto di coprirsi la bocca ĆØ piuttosto facile da interpretare: da essa stanno uscendo parole menzognere e il soggetto inconsciamente alza la mano, quasi volesse usarla come un bavaglio. Ecco, dunque, le dita a ventaglio sulle labbra, l’indice sul labbro superiore, la mano di fianco alla bocca. Ma occorre precisare che, se vediamo qualcuno effettuare questa copertura della bocca, ciĆ² non significa che stia sicuramente mentendo. Che lo faccia ĆØ perĆ² piĆ¹ probabile che se tenesse le mani lontane dalla bocca. Quanto all’azione di toccarsi il naso, invece, sembra esserci una duplice spiegazione. Innanzi tutto, la mano che si alza per bloccare la menzogna viene deviata da quella parte del cervello che non puĆ² permettere che la copertura funzioni. E il naso ĆØ lƬ, convenientemente vicino. La mano non ha che da allungare di poco il suo movimento e continua cosƬ a coprire in parte anche la bocca. Non solo, quando arriva il momento della menzogna, si verifica un lieve aumento di tensione, che produce piccoli mutamenti fisiologici, alcuni dei quali incidono sulla sensibilitĆ del rivestimento interno della cavitĆ nasale, provocando una sensazione di leggero e inconsapevole prurito . A questo punto la mano, spesso senza che ce ne accorgiamo va a sfregare il naso.
Sunday, November 28, 2010
Il Libro della vita
I fogli del libro della vita hanno due facce:
1) Da un lato cio' che l'uomo dispone
2) Dall'altro cio' che il divino decreto ha fissato.
Difficilmente le due facce coincidono.
Di quel fiore che ti appare una rosa
non di rado scoprirai con il tuo sangue le spine.
Cio' che ti sembra aceto e' nella realta' dolcissimo miele.
Monday, November 22, 2010
Tuesday, November 16, 2010
Sunday, November 14, 2010
I ragazzi che si amano - Jaques Prevert
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
contro le porte della notte.
E i passanti che passano li segnano a dito.
Ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno.
nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
Jaques Prevert (1900-1977)
Wednesday, November 10, 2010
Vicolo Cannery (Cannery Row) di John Steinbeck
Tuesday, November 9, 2010
Frustrazioni...
In genere le persone cercano sempre di scaricare sugli altri i loro fallimenti e le loro frustrazioni.Ci si inventa un gruppo di persone perverse,gli ebrei,i neri,i bianchi,i capitalisti,i comunisti,chiunque gli si attribuisce la responsabilita' di tutti i nostri fallimenti,le nostre sofferenze,quindi si focalizza su quel gruppo il nostro odio e si cerca di annientarlo.Funziona anche a livello personale,quotidiano.Tutti abbiamo cose o persone che odiamo e che riteniamo responsabili delle nostre sofferenze e odiarle e l'accusarle e' gia' una sorta di sollievo.
Monday, November 8, 2010
Melancolia - Albrecht DĆ¼rer (1471-1528)
Bellissima incisione che rappresenta la personificazione dell’umore melanconico, posto sotto l’influenza astrologica di Saturno, i cui "figli" inclinano alle attivitĆ intellettuali (come la matematica e la geometria), e devono sopportare il peso della depressione.
Nell' incisione si trova un quadrato magico di tipo simmetrico.
DĆ¼rer non spiegĆ² mai il simbolismo contenuto in questa sua opera, ma la maggior parte degli studiosi ĆØ d'accordo sul fatto che essa rappresenti lo stato d'animo depresso del pensatore, incapace di passare all'azione. Nel Rinascimento il temperamento malinconico era ritenuto una caratteristica del genio creativo; era la malattia degli studiosi "che una pallida maschera di pensiero fa sembrare ammalati": questo concetto, che gli intellettuali brillanti siano spesso incapaci, come Amleto, di prendere delle decisioni, ĆØ, in una certa misura, ancora vivo fra noi.
Nell'incisione di DĆ¼rer strumenti scientifici e di carpenteria giacciono inutilizzati al suolo attorno alla figura disordinata e meditabonda della Melanconia. I piatti della bilancia sono vuoti, nessuno sale sulla scala, il levriero dormiente ĆØ mezzo morto di fame, il cherubino alato aspetta la dettatura, mentre il tempo passa nella clessidra in alto. La sfera ed il tetraedro, curiosamente troncato, suggeriscono la base matematica dell'arte del costruire. Apparentemente la scena ĆØ soffusa di luce lunare. L'arcobaleno lunare, che si incurva su ciĆ² che sembra essere una cometa, puĆ² significare la speranza che lo stato di abbattimento passi.
I quadrati magici di quarto ordine furono collegati con Giove dagli astrologi del Rinascimento e si credeva che combattessero la malinconia, che era di origine saturnina. Questo puĆ² spiegare il quadrato nell'angolo in alto a destra dell'incisione di DĆ¼rer. Il quadrato ĆØ detto simmetrico perchĆ© ogni numero sommato al numero simmetricamente opposto rispetto al centro dĆ sempre 17. Vi sono inoltre molti gruppi di quattro celle (oltre alle righe, alle colonne e alle diagonali principali), che danno come totale 34, la costante del quarto ordine; per esempio, le quattro celle d'angolo, le quattro celle centrali, i quadrati di due per due d'angolo. Un quadrato di questo tipo puĆ² essere costruito con un procedimento incredibilmente semplice. E' sufficiente scrivere in una disposizione quadrata ed in ordine di successione i numeri da 1 a 16 e poi invertire le due diagonali: il risultato ĆØ un quadrato magico simmetrico. DĆ¼rer ha scambiato le due colonne intermedie di questo quadrato (il che non cambia le sue proprietĆ ) in modo che le due celle centrali della riga inferiore indicassero l'anno in cui egli fece l'incisione (1514).
Il quadro si trova a Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, 4680 st. sc.
Sunday, November 7, 2010
Friday, November 5, 2010
Luigi Boccherini - Musica notturna delle strade di Madrid
Thursday, November 4, 2010
Libro "Acciaio" di S.Avallone
Attraverso gli occhi di due ragazzine che diventano grandi, Silvia Avallone ci racconta un’Italia in cerca d’identitĆ e di voce, apre uno squarcio su un’inedita periferia operaia nel tempo in cui, si dice, la classe operaia non esiste piĆ¹. E lo fa con un romanzo potente, che sorprende e non si dimentica.
Wednesday, November 3, 2010
L'eta' dell'oro.L.Cranach
Thursday, October 28, 2010
Tuesday, October 26, 2010
Ristorante il monticello - Monte Porzio Catone
Monday, October 25, 2010
Cosa ho letto:Ikea Mito e realta'
Ma di fronte a una tale opulenza di cifre lui non si scompone. Anzi, vive quasi da povero. Vestiti piĆ¹ da bocciofila che da alta finanza, vecchie macchine, voli economici su Easy-Jet e abbonamenti in metrĆ² nelle grandi cittĆ . Insomma zero lusso, zero sprechi, zero clamori. I suoi eccessi? Qualche tempo fa si ĆØ permesso una Porsche. Ma poi forse si ĆØ pentito. «In genere, non voglio strafare nĆ© essere diverso dai miei clienti: ci tengo a dare il buon esempio. Ogni tanto mi piace regalarmi qualche bella camicia, qualche cravatta e adoro cenare con pesce del mare scandinavo». Come giorni fa, in occasione del suo compleanno: 82, portati bene nonostante la fluttuante simpatia per l'alcol.
Certo, un anziano ipermiliardario lo si immaginerebbe sempre sotto le palme in panama e bermuda. Invece il suo buen retiro, dignitosamente anonimo, ĆØ Epalinges, cantone svizzero di Vaud, 800 metri di altitudine, 7700 abitanti, 10 minuti di macchina da Losanna e dal suo freddo lago. Svizzera per via delle tasse, pensano molti. Ma non solo. Intanto Epalinges ĆØ circondata dalle foreste, richiamo non secondario per il figlio d'un guardaboschi che ha fondato un impero del legno. E poi consente di nascondersi, come il piĆ¹ tranquillo dei pensionati. «In fondo sono in pensione dall' 85», ama sdrammatizzare, mentendo perchĆ© all'Ikea non si muove foglia (di frassino o di abete) che lui non voglia.
Anche la casa rispecchia i parametri minimalisti del proprietario, che qui vive con la moglie Margaretha, da cui ha avuto tre figli, Peter, Jonas, Matthias (44,41,39 anni) tutti ormai inseriti, ma senza troppe coccole, nella vetta del gruppo. Ć un piccolo complesso di bungalow bianchi, vicino al golf. Due chiacchiere con i vicini sul tempo, che non ĆØ mai un granchĆ© ma fa niente, stradine strette, un bel silenzio nordico.
L'interno? Una rigorosa applicazione del catalogo aziendale che con i suoi quasi 170 milioni di copie in 24 lingue, passa per essere il testo piĆ¹ consultato al mondo dopo la Bibbia. Leggenda vuole che i suoi mobili il signor Ingvar se li monti, spartanamente, da sĆ©, primo fondamento del credo ikeasco. Ai supermercati Migros e Coop (davanti all'hotel Union) le commesse lo vedono spesso con la moglie alle prese con sacchetti, borse e monetine. «Persona gentile, affabile - dicono - ma a vederlo, piĆ¹ simile a tanti altri signori anziani magari in difficoltĆ ad arrivare a fine mese che a un riccone». Questa dimensione casalingo-minimalista non gli impedisce perĆ² di viaggiare molto e mai per divertimento (ultima destinazione, Vietnam), di tastare il polso costantemente all’azienda e di mettere su tutte le decisioni il suo punto di vista. Che ĆØ sempre vincolante, anche perchĆ© raramente ha sbagliato obbiettivo. Altra massima: «Bisogna fare quello che si sa. Io sono abbastanza bravo a vendere mobili anche se sono anziano. Non sono il tipo da orto o da giardinetti ». Non ha tutti i torti.
Monday, October 18, 2010
PARABOLA DELLA VITA
- Dovrai andare nei campi con il contadino, soffrire tutto il giorno sotto il sole, figliare in continuazione e farti spremere tutto il latte possibile. Ti concedo
un'aspettativa di vita di 60 anni.
La Mucca rispose:
- Una vita cosƬ disgraziata me la vuoi far vivere per 60 anni? Guarda 20 vanno benissimo tieniti pure gli altri 40. E cosƬ fu.
Il secondo giorno Dio creĆ² la Scimmia e disse:
- Dovrai divertire la gente, fare il pagliaccio ed assumere le espressioni piĆ¹ idiote per farla ridere. Vivrai 20 anni.
La scimmia obiettĆ²:
- 20 anni a fare il cretino? Mi associo alla mucca e te ne restituisco 10! E cosƬ fu.
Il terzo giorno Dio creĆ² il Cane e disse:
- Dovrai sedere tutto il giorno dietro l'ingresso della casa dell'uomo abbaiando a chiunque si avvicini.Ti assegno un' aspettativa di vita di 20 anni.
Il Cane replicĆ²:
- 20 anni a rompermi le palle e a romperle agli altri? Guarda 10 sono piĆ¹ che sufficienti tieniti pure gli altri! E cosƬ fu.
Infine Dio creĆ² l'Uomo e disse:
- Tu non lavorerai non farai altro che mangiare, dormire, fare l'amore e divertirti come un matto.Ti assegno 20 anni di vita!
L'Uomo implorante:
- Come 20 anni?!? solo 20 anni di questo Bengodi? Senti ho saputo che la Mucca ti ha restituito 40 anni il Cane 10 e la Scimmia altri 10 sommati ai
miei 20 farebbero 80: dalli tutti a me!!! E cosƬ fu.
Ecco perchƩ per i primi 20 anni della nostra vita non facciamo altro che mangiare, dormire, giocare, fare l'amore, godercela e non fare niente; per i successivi 40 lavoriamo come bestie per mantenere la famiglia; per gli ulteriori 10 facciamo i cretini per far divertire i nipotini e gli ultimi 10 li passiamo rompendo le scatole a tutti
Sunday, October 17, 2010
Friday, October 15, 2010
Dove mangiare:La casetta di campagna
Tuesday, October 12, 2010
Cosa ho letto:Alexandros di Valerio Massimo Manfredi
Sunday, October 10, 2010
A scuola - Jan Steen
Donna Grottesca
Friday, October 8, 2010
VITIGNI ITALIANI
La vite in Italia ĆØ coltivata fin dal secondo millennio avanti Cristo, non c'ĆØ regione italiana che non abbia i suoi vigneti. Da nord a sud, in collina, in pianura, in montagna, persino sulle isole piĆ¹ piccole, la vite cresce rigogliosa. Grazie alla sua conformazione geografica ed alla sua storia, l'Italia ĆØ il paese al mondo con la maggiore varietĆ di vitigni.
Aglianico | |
a bacca rossa, matura a metĆ ottobre, inizio di novembre | Vitigno tra i piĆ¹ antichi, proviene dalla Magna Grecia, il nome deriva dalla deformazione del termine "ellenico", coltivato soprattutto in Basilicata |
Albana | |
a bacca bianca, matura a fine settembre | Le prime notizie di questo vitigno risalgono al 1200, ĆØ tipico dell'Emilia Romagna, da origine a vini secchi, amabili e dolci |
Aleatico | |
a bacca rossa, matura nell'ultima decade di settembre | Alcuni ritengono provenga dalla Grecia, altri dalla Toscana, viene coltivato all'Isola d'Elba, nel Lazio ed in Puglia |
Ansonica | |
a bacca bianca, matura nella prima metĆ di settembre | Vitigno di origine siciliana, coltivato anche nell'arcipelago toscano |
Arneis | |
a bacca bianca, matura nella terza decade di settembre | Conosciuto anche come Nebbiolo Bianco, ĆØ coltivato soprattutto nella zona del Roero in Piemonte |
Barbera | |
a bacca rossa, matura all'inizio di ottobre | Vitigno originario della zona del Monferrato in Piemonte, ĆØ largamente diffuso sia in Italia che all'estero, puĆ² essere vinificato in purezza o in uvaggio |
Bellone | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di ottobre | Vitigno antichissimo, giĆ citato da Plinio il Vecchio, diffuso soprattutto nel Lazio |
Bianco d'Alessano | |
a bacca bianca, matura all'inizio di ottobre | Vitigno pugliese di antiche origini originario della zona del Salento |
Biancolella | |
a bacca bianca, matura nella prima metĆ di ottobre | Vitigno originario della Corsica, diffuso soprattutto nelle isole campane |
Blanc de Morgex | |
a bacca bianca, matura a fine agosto | Vitigno autoctono della Valle d'Aosta, uno dei pochi non colpiti dalla filossera, molto resistente al freddo, viene coltivato anche a piĆ¹ di 1000 metri di altezza |
Bonarda | |
a bacca rossa, matura nella prima metĆ di settembre | Vitigno di origine piemontese, viene coltivato anche in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna |
Bosco | |
a bacca bianca, matura verso fine settembre | Vitigno autoctono ligure coltivato nella zona delle Cinque Terre |
Brachetto | |
a bacca rossa, matura nella seconda metĆ di settembre | Di origine incerta, prodotto soprattutto nella zona di Acqui Terme, costituisce la base dello spumante docg Brachetto d'Aqui |
Cabernet Franc | |
a bacca rossa, matura nella prima metĆ di ottobre | Vitigno coltivato in tutta Italia e diffuso in tutto il mondo, proviene dalla zona del bordolese in Francia |
Cabernet Sauvignon | |
a bacca rossa, matura nella prima metĆ di ottobre | Vitigno internazionale, proveniente dal bordolese, meno diffuso in Italia del Cabernet Franc, da origine a vini piĆ¹ fini |
Canaiolo Nero | |
a bacca rossa, matura a fine settembre | Di origine incerta ma conosciuto fin dal 1300, coltivato principalmente in Toscana, viene usato nell'uvaggio del Chianti |
Cannonau | |
a bacca rossa, matura a fine settembre | Vitigno proveniente dalla Spagna e molto diffuso in Sardegna, viene vinificato anche in bianco |
Carignano | |
a bacca rossa, matura nella seconda metĆ di settembre | Detto anche Uva di Spagna, ĆØ un vitigno di origine spagnola, diffuso in Sardegna soprattutto nella zona di Cagliari |
Carricante | |
a bacca bianca, matura a inizio ottobre | Vitigno siciliano, devo il suo nome all'abbondanza della produzione |
Catarratto | |
a bacca bianca, matura nella prima metĆ di settembre | Vitigno siciliano, da origine al Marsala ma anche all'Alcamo e l'Etna Bianco |
Chardonnay | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di agosto | Vitigno internazionale originario del bordolese in Francia, coltivato in tutta Italia |
Ciliegiolo | |
a bacca rossa, matura nella seconda metĆ di agosto | Vitigno toscano, probabilmente di origine spagnola |
Coda di Volpe | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Vitigno campano giĆ citato da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia |
Colorino | |
a bacca rossa, matura a fine settembre | Diffuso in Toscana, di origine remota devo il suo nome al colore della buccia |
Cortese | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Vitigno di origine Piemontese diffuso anche nell'OltrepĆ² Pavese |
Corvina | |
a bacca rossa, matura a fine settembre | Vitigno diffuso nella zona della Valpolicella, detto in passato Corvina Reale per le sue straordinarie qualitĆ |
Croatina | |
a bacca rossa, matura a inizio ottobre | Conosciuto anche come Bonarda dal nome del vino a cui dĆ origine, diffuso soprattutto nell'OltrepĆ² Pavese |
Dolcetto | |
a bacca rossa, matura nella seconda metĆ di settembre | Vitigno piemontese, il cui nome deriva dal "dosso" delle colline e non ha niente a che vedere con la dolcezza dell'uva |
Erbaluce | |
a bacca bianca, matura a fine settembre | Uno dei vitigni piĆ¹ antichi piemontesi, il cui nome deriva da "alba lucente" in quanto in autunno i suoi grappoli acquistano delle sfumature rosate sotto la luce del sole |
Favorita | |
a bacca bianca, matura a inizio ottobre | Vitigno piemontese, in passato utilizzato per la produzione di uva da tavola |
Forastera | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Ritenuto in passato autoctono dell'isola di Ischia, in realtĆ ĆØ stato introdotto nel secolo diciannovesimo |
Frappato | |
a bacca rossa, matura a fine settembre | Antico vitigno autoctono del siracusano, diffuso in Sicilia |
Freisa | |
a bacca rossa, matura a inizio ottobre | Ricordato dal Conte Nuvolone in un suo scritto del 1799, ĆØ un vitigno diffuso sulle colline astigiane |
Gaglioppo | |
a bacca rossa, matura a inizio ottobre | Antico vitigno diffuso in Calabria, dĆ origine al vino CirĆ² |
Garganega | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Molto diffuso nel veronese, utilizzato per la produzione del Soave e del Recioto di Soave |
Grecanico | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Il nome di questo vitigno ricorda le origine greche, diffuso in Sicilia |
Grechetto | |
a bacca bianca, matura a inizio ottobre | Vitigno molto diffuso in Italia centrale, non se ne conoscono le origini |
Greco | |
a bacca bianca, matura a ottobre | Antichissimo vitigno conosciuto giĆ in epoca romana, diffuso principalmente in Campania |
Grignolino | |
a bacca rossa, matura a inizio ottobre | Diffuso in Piemonte, se ne hanno notizie fin dal secolo diciottesimo |
Grillo | |
a bacca bianca, matura a inizio ottobre | Probabilmente di origine pugliese, ora assai diffuso a Marsala in Sicilia |
Lagrein | |
a bacca rossa, matura a metĆ ottobre | Coltivato principalmente nella piana di Bolzano in Alto Adige ma diffuso anche nel Trentino |
Lambrusco | |
a bacca rossa, matura a inizio ottobre | Deriva dalla vite spontanea, vitis silvestris, diffusa un tempo sugli appennini, tra le varietĆ Grasparossa, e Sorbara, tipico dell'Emilia |
Malvasia | |
a bacca bianca, matura a settembre e a ottobre a seconda della varietĆ | Vitigno diffusissimo in tutta Italia, ne esiste anche una varietĆ a bacca rossa, la Malvasia Nera di Brindisi |
Marzemino | |
a bacca rossa, matura a inizio ottobre | Di origine veneta, molto diffuso ora in Trentino, da origine al vino omonimo decantato da Mozart |
Merlot | |
a bacca rossa, matura a inizio ottobre | Vitigno internazionale, ha origine el sud-ovest della Francia, molto diffuso, il suo nome deriva dal "merlo" che ne predilige le uve |
Molinara | |
a bacca rossa, matura nella seconda metĆ di ottobre | Diffuso nel veronese, il suo nome deriva da "mulino" in quanto gli acini sembrano ricoperti di farina |
Monica | |
a bacca rossa, matura a inizio ottobre | Di origine spagnola, conosciuta in origine col nome di uva mora, ĆØ diffuso in Sardegna |
Montepulciano | |
a bacca rossa, matura a metĆ ottobre | In passato si pensava fosse affine al Sangiovese, in realtĆ probabilmente proviene dalla Grecia, diffuso soprattutto in Abruzzo |
Moscato | |
a bacca bianca, matura a metĆ settembre | Uno dei vitigni piĆ¹ diffusi anticamente, la sua origine ĆØ la Grecia, giĆ citato da Catone, prende il nome da "muschiato" essenza animale utilizzata nel Rinascimento, ne esistono numerose varietĆ diffuse in tutta Italia |
MĆ¼ller Thurgau | |
a bacca bianca, matura nella prima metĆ di settembre | Prende il nome dal Prof. MĆ¼ller di Thurgau in Svizzera, ĆØ un incrocio tra il Sylvaner ed il Riesling Renano, diffuso in nord Italia |
Nasco | |
a bacca bianca, matura a inizio ottobre | Uno dei vitigni piĆ¹ antichi della Sardegna, probabilmente autoctono |
Nebbiolo | |
a bacca rossa, matura a fine ottobre | Il suo nome deriva da "nebbia" in quanto la maturazione tardiva fa sƬ che venisse vendemmiato alle prime nebbie autunnali, da origine al Barolo e al Barbaresco, in Valtellina viene chiamato Chiavennasca |
Negro Amaro | |
a bacca rossa, matura nella prima metĆ di ottobre | Il suo nome deriva da "nero" e "amaro" a causa del colore dell'uva e del sapore del vino a cui dĆ origine, diffuso in Puglia |
Nerello Mascalese | |
a bacca rossa, matura a inizio settembre | Vitigno autoctono della Sicilia |
Nero d'Avola | |
a bacca rossa, matura nella prima metĆ di settembre | Di origine siciliana, molto diffuso nell'isola, ĆØ alla base di vini strutturati e di corpo |
Nosiola | |
a bacca bianca, matura a inizio ottobre | Antico vitigno autoctono del Trentino, il nome deriva dalla somiglianza degli acini con le "nocciole" |
Petit Rouge | |
a bacca rossa, matura a inizio ottobre | Coltivato in Valle d'Aosta, secondo alcuni ĆØ autoctono, secondo altri proviene dalla Francia |
Picolit | |
a bacca bianca, matura a inizio ottobre | Coltivato da secoli nel Friuli, da origine ad un vino passito molto apprezzato, il nome deriva dalle piccole dimensione dei grappoli, a causa di un processo insito nel vitigno detto aborto floreale la produzione ĆØ molto scarsa |
Piedirosso | |
a bacca rossa, matura a fine settembre | Vitigno campano giĆ conosciuto al tempo degli antichi romani |
Pigato | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Antico vitigno ligure che deve il nome alle macchie che si formano sugli acini |
Pignoletto | |
a bacca bianca, matura a inizio ottobre | Coltivato da oltre un secolo sui colli bolognesi |
Pinot Bianco | |
a bacca bianca, matura a metĆ settembre | Proveniente dalla Francia, molto diffuso soprattutto nel nord Italia, deriva da una mutazione del Pinot Nero |
Pinot Grigio | |
a bacca bianca, matura a metĆ settembre | Originario della zona francese della Borgogna, deriva da una mutazione del Pinot Nero |
Pinot Nero | |
a bacca rossa, matura a metĆ settembre | Vitigno internazionale, ĆØ il capostipite di tutti i Pinot, portato dai Romani in Francia, da qui poi si ĆØ diffuso in tutto il mondo, da origine a grandi vini, spesso viene vinificato in bianco |
Primitivo | |
a bacca rossa, matura ai primi di settembre | Il nome deriva dalla precocitĆ di maturazione, diffuso in Puglia fin dal secolo diciassettesimo |
Prosecco | |
a bacca bianca, matura nella prima metĆ di ottobre | Vitigno di antiche origini, secondo alcuni giĆ conosciuto ai tempi dei Romani, coltivato con successo in Veneto, ĆØ alla base di vini spumanti e fermi |
Raboso | |
a bacca rossa, matura a fine ottobre | Vitigno coltivato nel Veneto, di origine incerta |
Refosco dal Peduncolo Rosso | |
a bacca rossa, matura ai primi di ottobre | Antico vitigno del Friuli, si riconosce facilmente dal colore rosso del gambo del grappolo |
Ribolla Gialla | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Vitigno friulano conosciuto sin dal XIV secolo |
Riesling | |
a bacca bianca, matura a fine settembre | Vitigno proveniente dalla valle del Reno in Germania |
Rondinella | |
a bacca rossa, matura a fine settembre | Vitigno autoctono della zona di Verona, si presta ad essere appassito |
Rossese | |
a bacca rossa, matura nella seconda metĆ di ottobre | Vitigno ligure, forse importato dalla Francia dai Doria che possedevano un castello a Dolceacqua sin dal XIII secolo |
Sagrantino | |
a bacca rossa, matura nella prima metĆ di ottobre | Vitigno autoctono dell'Umbria dove viene coltivato da secoli |
Sangiovese | |
a bacca rossa, matura nella prima metĆ di ottobre | Di origine Toscana, ĆØ uno dei vitigni piĆ¹ coltivati in Italia, ĆØ alla base di vini famosi come il Chianti o il Vino Nobile di Montepulciano |
Sauvignon | |
a bacca bianca, matura a fine settembre | Vitigno internazionale originario della zona del Bordolese in Francia |
Schiava | |
a bacca rossa, matura nella seconda metĆ di settembre | Vitigno dell'Alto Adige, ne esistono tre tipi, Gentile, Grigia e Grossa, il nome deriva dall'abitudine di "legare" le viti tra di loro |
Schioppettino | |
a bacca rossa, matura ai primi di ottobre | Chiamato anche Ribolla Nera, ĆØ un vitigno autoctono del Friuli, in passato veniva imbottigliato giovane e terminava la fermentazione in bottiglia, dando origine ad un vino leggermente frizzante, da cui il nome |
Sylvaner | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Originario dell'Austria, ĆØ diffuso soprattutto in Alto Adige e Friuli |
Syrah | |
a bacca rossa, matura a fine settembre | Alcuni sostengono sia originario della cittĆ di Shiraz in Iran, altri di Siracusa, in Italia ĆØ stato portato dalla Francia |
Teroldego | |
a bacca rossa, matura a fine settembre, inizi di ottobre | Coltivato nella zona del Campo Rotaliano in provincia di Trento, conosciuto fin dall'inizio del secolo XIX |
Tocai Friulano | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Tipico vitigno del Friuli, di origine incerta |
Torbato | |
a bacca bianca, matura a fine settembre | Di origine spagnola, coltivato soprattutto in Sardegna |
Traminer Aromatico | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Il nome deriva dalla cittadina di Termeno in Alto Adige, coltivato soprattutto nel nord Italia |
Trebbiano | |
a bacca bianca, matura nella prima metĆ di ottobre | Ne esistono numerose varietĆ , di Soave, Giallo, Romagnolo, Toscano, viene coltivato in molte parti di Italia |
Uva di Troia | |
a bacca rossa, matura nella prima metĆ di ottobre | Vitigno pugliese che prende nome dal paese di Troia in provincia di Foggia |
Uva Rara | |
a bacca rossa, matura ai primi di ottobre | Coltivato da tempi remoti sulle Colline Novaresi, ora diffuso nell'OltrepĆ² Pavese |
Verdicchio | |
a bacca bianca, matura nel mese di ottobre | Autoctono delle Marche, da origine al famoso vino omonimo |
Verduzzo Friulano | |
a bacca bianca, matura a fine settembre | Vitigno autoctono del Friuli-Venezia Giulia |
Vermentino | |
a bacca bianca, matura nella seconda metĆ di settembre | Detto anche Malvasia Grossa, originario della Spagna, viene coltivato in Liguria, in Sardegna ed in Toscana |
Vernaccia di Oristano | |
a bacca bianca, matura a fine settembre | Di origine incerta, viene coltivato nella zona di Oristano in Sardegna |
Vernaccia di San Gimignano | |
a bacca bianca, matura ad inizio ottobre | Conosciuta sin dai tempi dei Romani, coltivata nella zona di San Gimignano in Toscana |
Vernaccia di Serrapetrona | |
a bacca rossa, matura nella prima metĆ di ottobre | Detta anche Vernaccia Nera, conosciuta da secoli, viene coltivata in provincia di Macerata nelle Marche |
Vespaiola | |
a bacca bianca, matura a fine ottobre | Coltivato in provincia di Vicenza, prende il nome dalle "vespe" che sono ghiotte dello zucchero dei suoi acini |
Zibibbo | |
a bacca bianca, matura a fine settembre | Di origine araba, coltivato sull'isola di Pantelleria, ĆØ alla base di ottimi vini passiti |