Ma di fronte a una tale opulenza di cifre lui non si scompone. Anzi, vive quasi da povero. Vestiti più da bocciofila che da alta finanza, vecchie macchine, voli economici su Easy-Jet e abbonamenti in metrò nelle grandi città. Insomma zero lusso, zero sprechi, zero clamori. I suoi eccessi? Qualche tempo fa si è permesso una Porsche. Ma poi forse si è pentito. «In genere, non voglio strafare né essere diverso dai miei clienti: ci tengo a dare il buon esempio. Ogni tanto mi piace regalarmi qualche bella camicia, qualche cravatta e adoro cenare con pesce del mare scandinavo». Come giorni fa, in occasione del suo compleanno: 82, portati bene nonostante la fluttuante simpatia per l'alcol.
Certo, un anziano ipermiliardario lo si immaginerebbe sempre sotto le palme in panama e bermuda. Invece il suo buen retiro, dignitosamente anonimo, è Epalinges, cantone svizzero di Vaud, 800 metri di altitudine, 7700 abitanti, 10 minuti di macchina da Losanna e dal suo freddo lago. Svizzera per via delle tasse, pensano molti. Ma non solo. Intanto Epalinges è circondata dalle foreste, richiamo non secondario per il figlio d'un guardaboschi che ha fondato un impero del legno. E poi consente di nascondersi, come il più tranquillo dei pensionati. «In fondo sono in pensione dall' 85», ama sdrammatizzare, mentendo perché all'Ikea non si muove foglia (di frassino o di abete) che lui non voglia.
Anche la casa rispecchia i parametri minimalisti del proprietario, che qui vive con la moglie Margaretha, da cui ha avuto tre figli, Peter, Jonas, Matthias (44,41,39 anni) tutti ormai inseriti, ma senza troppe coccole, nella vetta del gruppo. È un piccolo complesso di bungalow bianchi, vicino al golf. Due chiacchiere con i vicini sul tempo, che non è mai un granché ma fa niente, stradine strette, un bel silenzio nordico.
L'interno? Una rigorosa applicazione del catalogo aziendale che con i suoi quasi 170 milioni di copie in 24 lingue, passa per essere il testo più consultato al mondo dopo la Bibbia. Leggenda vuole che i suoi mobili il signor Ingvar se li monti, spartanamente, da sé, primo fondamento del credo ikeasco. Ai supermercati Migros e Coop (davanti all'hotel Union) le commesse lo vedono spesso con la moglie alle prese con sacchetti, borse e monetine. «Persona gentile, affabile - dicono - ma a vederlo, più simile a tanti altri signori anziani magari in difficoltà ad arrivare a fine mese che a un riccone». Questa dimensione casalingo-minimalista non gli impedisce però di viaggiare molto e mai per divertimento (ultima destinazione, Vietnam), di tastare il polso costantemente all’azienda e di mettere su tutte le decisioni il suo punto di vista. Che è sempre vincolante, anche perché raramente ha sbagliato obbiettivo. Altra massima: «Bisogna fare quello che si sa. Io sono abbastanza bravo a vendere mobili anche se sono anziano. Non sono il tipo da orto o da giardinetti ». Non ha tutti i torti.
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