Chiedimi perché vado in montagna.
Chiedimi perché, quando il resto mi sta stretto, l'unica via è il sentiero.
Chiedimelo.
Perché?
Perché in montagna non puoi sprecare fiato per parole inutili. Lo
devi conservare per arrivare in cima, e il resto è silenzio o parole
gentili.
Perché l'unico peso è lo zaino. Non c'è peso per il cuore.
Perché tutti, se lo desiderano, possono arrivare in cima. Solo un passo dietro l'altro.
Perché incroci persone che trovano ancora un momento per salutarti.
Perché non ci sono orpelli: ci sei tu e c'è il tuo corpo, che devi
custodire e curare, se vuoi avere le forze. C'è il cielo con i suoi
umori. Non si scherza con la pioggia, il vento, la neve o la notte. Devi
fare molta attenzione, e tornare a quello stadio primitivo in cui la
natura e i suoi movimenti erano parte della tua vita, parte integrante
del tuo quotidiano. Non puoi snobbare la natura, in montagna: ti tira
per la manica, ti chiede di guardarla, di studiarla, di esserle
presente.
In montagna puoi e devi essere presente a te stesso, senza distrazioni.
Forse è per questo che, sopra tante vette, telefonini e internet
funzionano a singhiozzo... è la natura che ti dice: "Lascia stare,
lascia stare il superfluo. Stai con gli amici. Stai con gli animali.
Stai con te stesso. Non ti serve nient'altro".
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