by Francesco Salviati. Nella mitologia greco-romana, la vita degli uomini era imperscrutabile. Nessuno, neppure il sommo Zeus, aveva il potere di modificarne il percorso, né tanto meno la durata.Al di sopra del volere divino infatti stava il Fato (Ananke), personificato dalle tre Moire (dette anche Parche o Fatae), che stabiliva l’ordine dell’universo a cui chiunque – uomo o dio che fosse – doveva sottostare.Cloto (in greco, la filatrice) reggeva il fuso: era colei che filava la vita e le dava origine.Lachesi (la distributrice) misurava la lunghezza del filo, per determinare la durata dell’esistenza degli uomini.Atropo (l’inevitabile) era la più temuta, poiché manovrava le forbici con le quali recideva il filo della vita e stabiliva il momento della morte.Spesso le Parche vengono raffigurate insieme, mentre collaborano fra loro a creare e a distruggere le vite in un atteggiamento indifferente alle gioie e ai dolori umani.Vengono per lo più considerate come figlie di Zeus e di Temi (la Giustizia); il poeta Esiodo, invece, le identifica con le figlie della Notte.La loro origine è dunque antichissima, connaturata con l’origine stessa del mondo, perciò molti artisti le hanno concepite come delle vecchie decrepite. |
Io non ho mai smesso di considerarmi più intelligente di tutti e, qualche volta, credetemi, me ne sono sentito un po' imbarazzato.
Sunday, February 5, 2012
Le tre Parche
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