Concepita intorno al 1820 a Firenze, l'opera fu dipinta lentamente nel corso degli anni, per essere conclusa solo alla metà del secolo. Variante della Venere Anadiomene, anch'essa realizzata in un lungo arco di tempo (1808-1848), La sorgente rappresenta una divinità delle acque, residente nelle fonti e nei fiumi, una naiade dal corpo armonico e puro, memore dell'iconografia classica delle virtù e delle personificazioni delle divinità dell'Olimpo. Proprio questo senso di castità ispirò al poeta Théodore de Banville i versi de La naiade argentina, pubblicati nel 1861. Esposta nello studio, la tela ricevette il consenso unanime dei visitatori che apprezzarono la bellezza del colore e la purezza della forma.
A casa del suo primo proprietario, il conte Duchâtel, il quadro era "circondato da grandi piante e fiori acquatici, affinché la ninfa della sorgente abbia ancora di più l'aspetto di una persona reale". Théophile Gautier così descrive questa sintesi tra reale ed ideale: "Mai corpo più morbido, più fresco, più pervaso di vitalità, più impregnato di luce si offriva allo sguardo nella sua pudica nudità. L'ideale questa volta ha soppiantato la finzione".
Quadro di Dominique Ingres che ha realizzato i nudi piu' belli.
Il dipinto e' esposto al Musee' d'Orsay di Parigi.
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